martedì 28 agosto 2018



Documentario Orto sinergico con Antonio De Falco



Documentario sul corso di orto sinergico (primo livello) con Antonio De Falco tenuto a Piccolo Paradiso. Un corso improntato sul far apprendere i principi di questa filosofia pratica, progettando e realizzando un orto sinergico ed imparando a prendersene cura crescendo insieme. Antonio dice "Anche noi, come le piante, se ci aiutiamo l'uno con l'altro, come io credo sia la reale natura umana, le cose sicuro andrebbero meglio". Realizzato da Davide Campagna

https://www.youtube.com/watch?v=67Y39RI1mx8


mercoledì 8 novembre 2017

Il 42% dei pazienti che usa prodotti con CBD, abbandona i farmaci tradizionali


23/08/2017 15:36
Dalla collaborazione tra HelloMD, una community statunitense col 150mila utenti che mette in contatto pazienti, medici, esperti e aziende sul tema della cannabis e Brightfield Group, una società di ricerca e analisi di mercato per le organizzazioni incentrate sull’industria della cannabis, è nato un importante studio che ha visto la raccolta dati di 2500 membri del gruppo sull’utilizzo del CBD in ambito terapeutico.
Ne è emerso che il 58% dei consumatori sono donne e che preferiscono utilizzare olio ricco di CBD tramite i vaporizzatori, seguiti infiorescenze ad alto contenuto di CBD e poi prodotti ad uso topico e tinture. L’80% ha spiegato di utilizzarlo almeno una volta a settimana ed il 40% tutti i giorni.
“Stiamo assistendo ad una crescita esponenziale nell’interesse ai prodotti con CBD da parte dellanostra comunità di pazienti, in particolare tra le donne”, ha spiegato il dottor Perry Solomon, responsabile medico di HelloMD. “Mentre abbiamo ancora molto da imparare su questo cannabinoide, non possiamo ignorare il fatto che la maggior parte di coloro che lo utilizzano oggi ricevono un grande beneficio”
Ma il fattore forse più importante emerso è quello relativo al cambiamento nella scelta delle terapie. Di fatto dopo aver provato il CBD il 42% ha abbandonato la medicina tradizionale per abbracciare l’uso esclusivo di prodotti ad alto contenuto di CBD. Si tratta di persone che devono affrontare insonnia, depressione, ansia, dolori alle articolazioni e ancora morbo di Crohn, epilessia e sclerosi multipla. Il feedback dell’80% degli intervistati ha confermato che il CBD è “molto o estremamente efficace”, avendo proprietà analgesiche, antinfiammatorie e rilassanti, mentre il 3% lo trova “inefficace o solo leggermente efficace”.

martedì 22 agosto 2017

Cosa sono le landrace?


Prima che gli ibridi moderni acquisissero la quota di mercato, molto prima che la Skunk ci regalasse il suo intenso aroma o anche prima che le genetiche autofiorenti  rompessero tutti gli schemi, le Landrace esistevano già. Infatti, tutte le varietà disponibili oggigiorno sul mercato derivano da varietà di cannabis Landrace. Varietà antiche che si sono adattate al clima della loro regione e che sono state coltivate da agricoltori tradizionali di tutto il mondo per centinaia di anni.

Cosa sono le Landrace?

E’ noto che la canapa è nata nell’Himalaya, e poi si è diffusa in tutto il mondo con l’aiuto dell’uomo. Prima che fosse coltivata dall’uomo, la cannabis cresceva in modo selvatico e, anche se le varietà non erano forgiate mediante processi di selezione e pertanto c’era una maggiore diversità morfologica, alcuni tratti si sono fissati durante il processo evolutivo della propria pianta in interazione con il terreno.
Il primo processo di breeding di cannabis  documentato ebbe luogo 6 500 anni fa in Mongolia, fatto scoperto dal botanico russo N.I.Vavilov. D’allora in poi, gli agricoltori locali di tutto il mondo hanno cominciato a coltivare e a selezionare varietà di cannabis eliminando gli individui che non soddisfacevano i requisiti desiderati (odore, dimensione, produzione, vigore) e, di conseguenza, sono nati gli strain Landrace. Pertanto, una varietà di cannabis Landrace è quella che è stata modellata dagli agricoltori che vivono in determinate aree geografiche dove la coltivazione di canapa  è una tradizione millenaria.
Potremmo dire che gli strain Landrace derivano dall’adeguamento della pianta all’ambiente e dalla selezione eseguita dall’agricoltore. Il patrimonio genetico di queste varietà è davvero ampio perché si riproducono per impollinazione all’aperto, processo che, coinvolgendo diversi maschi e femmine, porta a un grado di variabilità della discendenza molto alto. Nonostante l’eterogeneità delle Landrace, queste varietà hanno alcuni tratti in comune che identifica loro come un gruppo. Le Landrace sono considerate il primo passo nell’addomesticazione della marijuana.

Landrace Indica e Sativa

Le varietà che oggigiorno vengono immessi sul mercato sono ibridi sviluppati a partire da strain indigeni e, siccome i breeder si sono impegnati a raggruppare i migliori tratti di ogni specie, è molto difficile trovare genetiche 100 % Sativa o 100 % Indica. Eppure, non molto tempo fa, negli anni ’60 e ’70, il più della cannabis che veniva consumato derivava da queste varietà Landrace che, grazie all’interazione con l’ambiente e le condizione della regione, avevano delle caratteristiche molto concrete. Le differenze erano così marcate in termini di sapore, morfologia ed effetto, ad esempio, che le varietà Landrace sono state classificate in due categorie molto note al giorno d’oggi: Indica e Sativa.

Perché sono le Landrace così importanti?

In confronto alle varietà moderne, si potrebbe dire che le Landrace offrono uno standard di qualità piuttosto basso perché, grazie ai processi di breeding eseguiti nei decenni passati, si è riuscito a rafforzare i tratti che a noi valoriamo nella cannabis (sapore, produttività, effetto…).
Ciò che è innegabile però è che presentano alcuni vantaggi rispetto alle varietà moderne, quali la rusticità. Se è vero che la loro eterogeneità comporta una stabilità minore, le Landrace sono più resistenti alle condizioni sfavorevoli e si adattano all’ambiente meglio. Grazie al loro pool genico, sono in grado di affrontare le minacce presenti nell’ambiente nonché alle fluttuazioni climatiche.
Le Landrace apportano pure un gran valore al contesto del breeding moderno giacché, grazie al loro pool genico così ampio, le possibilità sono infinite. Si potrebbe dire che possiedono una ricchezza genetica molto importante che gli ibridi moderni hanno già perso. Non possiamo dimenticare che le Landrace hanno cresciuto spontaneamente per migliaia di anni e che le loro proprietà sono impossibili da replicare.

Quali tipologie di Landrace esistono?

Il nome delle Landrace è solitamente legato alla loro ubicazione geografica. Così troviamo strain quali Acapulco Gold o Panama Red. Nonostante sia quasi impossibile conoscere tutte le Landrace che ci sono e che ci sono state nel corso della storia, ecco un breve schema sulle più famose. 
ATTENZIONE: tutte le informazioni presenti in questo blog sono a puro titolo informativo e non vogliono incitare in alcun modo all'utilizzo di sostanze stupefacenti e/o psicotrope 


giovedì 6 luglio 2017

Tutto ciò che devi sapere sull'olio di CBD



L'olio di CBD rappresenta una delle migliori soluzioni per godersi i benefici terapeutici della cannabis senza soffrire gli effetti collaterali provocati dal fumo. Inoltre, è ideale per migliorare i problemi cutanei di malattie dermatologiche come la psoriasi e ridurre i sintomi più gravi di patologie come la sclerosi multipla. Ti raccontiamo tutto ciò che c'è da sapere e come prepararlo in modo semplice.
Il dipartimento per il controllo delle droghe degli Stati Uniti (DEA) ha recentemente catalogato il CBD come una sostanza di tipo I. Con questo cambiamento, la DEA include il componente della cannabis più acclamato dagli scienziati nella stessa categoria dell'eroina, assicurando che non è "adatta per l'uso terapeutico". Questa nuova normativa minaccia una delle opzioni più naturali che ha migliorato la vita quotidiana di malati cronici. 
Non c'è dubbio che l'olio di CBD è una delle opzioni più efficaci se si sceglie di utilizzare la cannabis a scopo terapeutico. Il suo consumo discreto lo converte in una possibilità reale per quei malati che non vogliono essere giudicati in pubblico o persino per i genitori che vogliono migliorare la qualità della vita dei propri figli con problemi neurodegenerativi. Inoltre, elaborato a partire da olio di oliva, si può assumere con diversi tipi di alimenti o per uso topico.
Dinanzi all'incremento della domanda terapeutica, i produttori di semi lavorano ogni giorno per ottenere genetiche con il più alto contenuto di CBD, diminuendo la concentrazione di THC. Ridurre la quantità di questo elemento riduce gli effetti dello sballo che molti consumatori non vogliono provare utilizzando marijuana per finalità terapeutiche.
Fino ad oggi, esistono varie genetiche conosciute per il loro alto contenuto di CBD, come la Charlotte´s Web, AC/DC, Harlequin, Cannatonic, Sour Tsunami, Ringo’s Gift... Le varietà di Dinafem più consigliate e utilizzate per l'elaborazione dell'olio di CBD sono la Purple Orange CBD, con una percentuale di 1:2 (THC 5% e CBD 10 %) o la OG Kush CBD, con una percentuale di 1:1 (THC 10 % e CBD 10 %). Questa compensazione tra i componenti psicoattivi e non psicoattivi aiuta a controllare gli effetti che cercano i consumatori ricreativi e rifiutano la gran parte dei malati interessati.

Per chi è raccomandato l'olio?

Il CBD è riconosciuto specialmente nella comunità scientifica per il suo potere analgesico e antinfiammatorio. Nonostante risalti anche per le sue proprietà anticonvulsive (efficaci per i malati di epilessia), uno dei suoi potenziali risiede nella sua capacità neuroprotettrice e rigeneratrice, che aiuta a frenare malattie come la sclerosi multipla. 
L'olio di CBD è consigliato anche ai pazienti con psoriasi. Uno studio del 2007 realizzato dalle università di Nottingham e Reading, nel Regno Unito, ha dimostrato il funzionamento dei composti della cannabis come inibitori della proliferazione di cheratinociti (cellule predominanti nell'epidermide), che convertirebbe la cannabis e specialmente l'olio di CBD in una potenziale terapia per la psoriasi.
L'uso topico di questo olio sulle placche della psoriasi non solo aiuta a ridurre il prurito che provocano, ma è inoltre un grande alleato per diminuire la loro dimensione mentre riduce il grado di infiammazione. Ridurre il processo dell'infiammazione in una malattia cronica come la psoriasi è sinonimo di miglioramento della qualità della vita di questi malati.

Differenze tra l'olio di CBD e l'olio di canapa

Frequentemente si confonde l'olio di CBD e quello di canapa. Il primo si usa principalmente come trattamento medico, mentre il secondo è utilizzato come integratore alimentare. L'olio di CBD è prodotto a partire dai germogli ottenuti dalla stessa pianta di marijuana, mediante estrazione con etanolo puro, CO2 e altri solventi. Cioè, si tratta di un olio raffinato procedente dai fiori della marijuana e che, quindi, contiene un'alta concentrazione di THC e CBD (in maggiore o minore proporzione ciascuno, a seconda della varietà e della tecnica utilizzata). Anche se può essere fatto in casa, il costo di produzione è elevato, dato che la concentrazione di CBD per ogni millilitro è molto alta. Senza dilungarci, una boccetta di 10 ml può costare intorno ai 30 euro.
L'olio di canapa ha una quantità molto bassa di componenti della cannabis e, quindi, il suo uso non ha lo stesso scopo dell'olio di CBD. In particolare, questo olio, prodotto a partire dall'estrazione dei semi della pianta di canapa industriale, è molto utile come integratore alimentare per il suo alto contenuto di acidi grassi essenziali (omega 3 e omega 6).

Come preparare l'olio di CBD?

Esistono vari sistemi per ottenere concentrazioni di olio di CBD con diverse consistenze che vanno dalle comuni tinture (un concentrato liquido che a differenza degli altri oli di cannabis non è per niente viscoso) fino agli oli ottenuti mediante estrazione con gas come il CO2, il metano o l'etanolo puro. In ognuno di questi casi una dose consiste in poche gocce collocate sotto la lingua e verrà assorbito direttamente nel flusso sanguigno.
Esistono anche tecniche più semplici per ottenere olio di CBD, diluendolo semplicemente con burro o nell'olio di oliva. Devi solo prendere nota degli ingredienti che ti proponiamo di seguito e considerare che la vita dell'olio è limitata: con il passare dei giorni l'effetto delle proprietà diminuisce, quindi l'ideale sarebbe produrlo poco per volta, a seconda della domanda.
Ingredienti principali:
  • 5 germogli di marijuana. Scegli una qualsiasi delle varietà proposte precedentemente.
  • 500 ml di olio di oliva. Si può utilizzare anche olio di canapa.
Utensili:
  • Una pentola
  • Un recipiente di vetro con coperchio
  • Un contenitore
  • Un colino
Preparazione: 
  1. Riempi la pentola con acqua fino alla metà e lasciala riscaldare a fuoco lento. 
  2. Aggiungi i germogli e l'olio di oliva. Mescola ogni tanto i fiori e l'olio affinché si mischi con l'acqua. Lascia riscaldare il contenuto a fuoco lento per un'ora. Non importa che l'acqua entri in ebollizione, questo processo non supera mai i 100 gradi centigradi e i cannabinoidi non perdono le loro proprietà fino ai 150 gradi.
  3. Dopo un'ora, ritira la pentola dal fuoco e fai raffreddare la miscela. 
  4. Introduci il contenuto nel frigorifero fino a quando l'olio non si sarà solidificato. Dopo essersi solidificato, separalo dall'acqua e mettilo nel recipiente di vetro.
  5. Lascia l'olio a temperatura ambiente fino a quando ritorna al suo stato liquido. Con l'olio nella sua forma naturale, filtra il contenuto per eliminare i resti legnosi.

Pro e contro: olio CBD industriale o fatto in casa?

Nel momento della scelta dell'olio di CBD puro (cioè, prodotto partendo da germogli di marijuana) troveremo molti oli a base di canapa. L'estratto di canapa contiene CBD, ma a quantità molto basse, per cui non è ideale per malati con sintomi gravi. 
Senza dubbio, comprare i semi delle varietà raccomandate, come la Purple Orange CBD, è legale ed è alla portata di tutti, quindi piantare cannabis a casa per il consumo personale è molto più facile se l'olio di CBD è necessario per alleviare i sintomi di una malattia cronica. In questo modo, è lo stesso consumatore che controlla la crescita della sua pianta e la quantità di germogli che ha a disposizione per elaborare un prodotto con un'elevata concentrazione di cannabinoidi che sia efficace come trattamento palliativo.
Le testimonianze dei pazienti che lo consumano abitualmente e le diverse proprietà mediche dell'olio di CBD lo confermano come alternativa terapeutica, capace di migliorare la qualità della vita in pazienti con malattie cutanee, neuropatologie o dolori muscolari. Ora devi solo deciderti, se non l'hai già fatto. 
FONTE : www.dinafem.org
IMPORTANTE  : Questo articolo non intende in alcun modo istigare o incentivare la coltivazione di cannabis nei paesi dove non concesso dalla legge. 

mercoledì 17 maggio 2017

giovedì 27 aprile 2017

GROW BOX

Coltivare in un Grow Box

Come allestire una Growbox per coltivazione indoor

Generalmente la maggior parte delle coltivazioni indoor avvengono in due tipi di ambienti: si può decidere di utilizzare uno sgabuzzino oppure un'intera stanza adibita alla coltivazione, in questo caso spesso si ricorre al termine Grow Room, oppure, come nella maggior parte dei casi, non si ha stanze a disposizione, si può utilizzare un tenda da coltivazione, chiamata solitamente Grow Box , che ha la funzione di creare un ambiente ideale per la crescita di piante.  Queste serre per interni sono diventate molto comuni per la loro semplicità, infatti possono essere posizionate dovunque in casa, possibilmente in un posto fresco e ventilato e al riparo dai raggi solari.  Inoltre i principali vantaggi sono:
  • il rivestimento interno delle tende da coltivazione è in materiale riflettente martellato con capacità di riflessione di oltre il 90% e permette di sfruttare al massimo ogni Watt consumato dalla lampada.
  • il rivestimento esterno è stagno alla luce, garantisce quindi la continuità del buio durante le notti di fioritura evitando così i problemi derivanti dal fotoperiodo.
  • il telo è dotato di manicotti e finestrelle per il ricambio d'aria tramite un kit di aspirazione, e un totale abbattimento degli odori grazie a un filtro a carboni attivi.
Cosa ci metto dentro?
Quando si decide di allestire un giardino o un orto indoor è sempre importante tenere a mente due misure principali: la base di coltivazione e l'altezza del soffitto. La superficie di coltivazione inciderà principalmente sul numero dei vasi da utilizzare, mentre l'altezza del soffitto andrà ad influire sulla scelta della lampada. Partiamo proprio da qui.
Che lampada uso?
Quando si coltiva in una growbox ci sono tre principali fonti di illuminazione: le lampade CFL (fluorescenti ompatte che sono sostanzialmente lampade a risparmio energetico), Lampade a Led  e lampade a scarica di gas tipo HPS (ad alta pressione di sodio) e MH (alogenuri metallici). Tralasciando gli aspetti tecnici, c'è una sostanziale differenza a livello pratico tra i primi due tipi e il terzo: infatti le lampade CFL e LED lavorano a basse temperature e possono essere avvicinate fino a pochi centimetri alla pianta, mentre le lampade a scarica devono essere tenute ad una distanza minima a causa del calore emesso dalla lampdadina, come indicato nella tabella alla voce "dist." in fondo a  questo post.

Distanza tra la lampada e le piante

Proprio per questo motivo l'altezza del soffitto della GrowBox è un fattore chiave per scegliere la lampada. Infatti, come mostrato nella figura bisogna calcolare:
  • lo spazio occupato dal riflettore
  • lo spazio di distanza tra bulbo e pianta
  • lo spazio verticale occupato dai vasi
  • lo spazio che rimane è quello disponibile alla pianta per vivere
Quindi se si utilizza una lampada troppo potente in una serra troppo bassa si finisce per avere sempre problemi di calore eccessivo, e ad essere costretti a tenere la coltura molto bassa.

Riassumendo
La seguente griglia riassume quanto detto fino a qui, ovvero mette in relazione le scelte da farsi durante la progettazione dell'allestimento con le misure minime consentite.


 Mod.     area  alt.     Lamp   Watt Dist.  AirFlow Vasi
      (cm) (cm)        (W) (cm)  (m3/h) N.
 DS60


60x60 140   
   CFL
   HPS
   LED

  250
  150
   90

 5
 15
 5

 180 4
DR60  60x60 160   HPS/MH 250 25  180 4
DS90  90x90 160   HPS/MH 250 25  180 9
DR90  90x90 180   HPS/MH 400 35  220 9
DS120  120x120 180   HPS/MH 400/600 35/50  280 16
DR120  120x120 200   HPS/MH 600 50  280 16
DS150  150x150 180   HPS/MH 2x 400 35  280 20
DR150  150x150 200   HPS/MH